domenica 25 marzo 2012

QUATTRO PASSI TRA LE NUVOLETTE...



































Parliamo di fumetti e cartoni animati.
Con i fumetti ho imparato a leggere: a tre anni mia madre, che non ne poteva più di leggermi continuamente le storie di Topolino, mi ha preso in braccio e ha detto: "Vieni qui che ti insegno a leggere! Allora, questa è la A. Cerca le A..."
Beh, ha funzionato! Poco tempo dopo identificavo le insegne dei bar per farmi comprare il ghiacciolo (!!!) e mi leggevo Topolino da sola; da allora, non ho più smesso.
Ho sempre letto tantissimi libri, il che mi ha aiutato tanto anche a scuola, ma non ho mai abbandonato i fumetti. Sono sempre stata convinta che se 
- la letteratura è un'arte
- la pittura è un'arte
perché non dovrebbe essere un'arte quella di realizzare fumetti, visto che le include tutte e due? E come spesso succede, secondo me l'unità è superiore alla somma delle parti; quello che un buon fumetto sa trasmetterti in fatto di emozioni, quando unisce una storia ben scritta e personaggi ben sviluppati, con immagini che sanno davvero essere evocative, spesso è difficilmente raggiungibile da un'opera soltanto letteraria o soltanto grafica (figurativa o astratta che sia).
Ma, si sa, da noi i fumetti sono stati per un sacco di decenni guardati dall'alto in basso da tanti intellettuali con la puzza sotto il naso....  che probabilmente non sarebbero stati capaci di realizzare un buon fumetto neanche se ne fosse andato della loro vita!
Personalmente, in fatto di nuvolette ho spaziato molto tra generi e nazionalità. Da piccola leggevo tanti Topolino (e le versioni Disney - molto spesso, tra l'altro, di bravissimi autori italiani - di classici quali la Divina Commedia o i Promessi Sposi sono dei veri gioiellini) e comics americani come i Vendicatori (sono ufficialmente ancora innamorata della Visione, chi se lo ricorda?). Crescendo sono entrati nella mia vita i prima manga giapponesi arrivati in Italia - Candy Candy e i fumetti pubblicati sulle sue pagine, prima su tutte Lady Oscar, mio faro guida da allora e finchè avrò vita - e la marea sterminata ad essi seguita. Veramente tanti... A un certo punto è comparsa una nuova generazione di fumetti americani - ma nono solo - dedicati a un pubblico più maturo, su cui mi sono fiondata con un appetito smodato; sto parlando di autori come Neil Gaiman col suo  Sandman e tutti i personaggi e storie ad esso collegati, anche di altri autori, dai Books of Magic ad Hellblazer a Lucifer, Swamp Thing, Morbius, Vampirella, Shade l'uomo psichedelico, il Corvo (momento di raccoglimento, signori!), Batman con storie come Red Rain e le successive di quel ciclo, Ghost Rider, la meravigliosa Cybersix... e c'è stato spazio anche per gli eroi Bonelli come Martin Mystère, Nathan Never, Legs Weaver (grandissima!), Dylan Dog, Brendon...
Diciamocelo, la roba buona da leggere non manca, il problema di solito sono più che altro i soldi per comprarla, il tempo per leggerla e soprattutto... LO SPAZIO DOVE METTERLA!!!
E nel frattempo... c'erano - e continuano ad esserci - i cartoni animati. Ho iniziato a cinque anni innamorandomi di Actarus, e ancora continuo - a guardare i cartoni e a farmene conquistare.
Secondo me, per i cartoni animati come arte vale lo stesso principio che per i fumetti: se riuniscono settori di creatività (illustrazione, scrittura delle storie, musica) ognuno di per sé considerabile come artistico, perché l'insieme non dovrebbe esserlo? Senza considerare il valore aggiunto del fatto che riuniscono il lavoro di tante persone. Per i cartoni, come per i fumetti, non pretendo di affermare che ognuno di essi sia un'opera d'arte o un capolavoro, in entrambi i settori ci sono opere sublimi e altre veramente malfatte o tanto biecamente commerciali da essere inconsistenti per la maggior parte degli aspetti. Ma non sarebbe male se, invece di classificarli a priori come "roba da bambini" o "cavolate", ci si degnasse di guardarseli per bene, studiandone i vari aspetti e considerandoli nel loro insieme. E magari provando a darne una lettura che riuscisse a staccarsi un po' da tante formae mentis ancore legate a un'intelettualismo letterario di tipo ottocentesco, per riuscire ad entrare nel terzo millennio e crearsi dei nuovi strumenti interpretativi che sappiano cogliere l'essenza e la peculiarità dei nuovi media.
Già gia... in effetti mi sa che prima o poi mi toccherà dedicare un post analogo ai videogames....



1 commento:

  1. Bello il blog Fla! :D I Topolino sono meglio dei libri di scuola XD Aspettiamo con ansia anche un post sui videogiochi allora :P

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